Le origini del Palio non sono bene note, il mito racconta di come il primo Palio risalga proprio alla fondazione della città stessa, quando Aschio e Senio, figli di Romolo, raggiunsero Siena dopo una lunga corsa a cavallo fuggendo da Roma. Semplicisticamente potremmo infatti definire il Palio di Siena come una corsa a cavallo, in cui dieci delle diciasette contrade cittadine gareggiano tra di loro due volte l'anno correndo tre giri della ben nota Piazza del Campo.

Tuttavia, il Palio ha una storia e un significato ben più profondo. La natura stessa della città di Siena si esprime attraverso questa corsa a cavallo, la vita della città e di ogni cittadino ruota attorno al Palio. Non c'è Siena senza il Palio e non c'è il Palio senza Siena. 

Analizziamo un attimo l'origine di questa parola: Palio deriva dal latino Pallium ovvero un lungo pezzo di stoffa pregiato usato per creare ornamenti sacri e preziosi, esso rappresentava il premio assegnato alla contrada vincitrice dei cosiddetti "Palii alla lunga", delle corse in linea retta su un percorso che andava da fuori le mure al Duomo. Ancora oggi il premio per la contrada vincitrice è un lungo drappellone dipinto, detto "Il Cencio". Ogni anno diversi artisti gareggiano per avere l'onore di creare questo ambito premio. 

Il più antico documento sul Palio risale al 1238 e tratta di giustizia paliesca, esso fissa una multa di 40 Grossi (la moneta senese) ad un certo Ristoro di Bruno Cinguale, il quale, arrivato ultimo, non aveva voluto accettare il porco, premio derisorio assegnato al perdente. Il Palio non è statico, si evolve e cambia con il passare dei secoli: solo nel 1656 si raggiunge il Palio "alla tonda" ovvero una corsa circolare in Piazza del Campo, in cui non più i nobilli, ma dei fantini corrono a cavallo.

Le contrade in cui è divisa la città di Siena sono diciassette, ognuna corrispondente ad una porzione di territorio, i cui confini sono rimasti immutati dal 1729. Ogni contrada ha una propria chiesa, una fontana, una sede, uno stemma e una pizza. A sancire i confini delle contrade fu una donna, la Governatrice Violante Beatrice di Baviera con il "Bando sui Confini". Quali sono dunque le contrade della città? I nomi delle contrade, che possono sembrare inusuali, derivano dalle antiche compagnie militari che difendevano la città in caso di attacchi. Ecco i nomi: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Leocorno, Nicchio, Onda, Valdimontone, Torre, Tartuca, Selva, Pantera, Oca, Lupa ed Istrice. Tradizionalmente ogni contrada ha una sua rivale (con l'eccezione di Bruco, Drago, Giraffa e Selva), ovvero una contrada con cui i rapporti non sono molto amichevoli per ragioni antichissime e spesso dimenticate. Queste rivalità possono portare a dei veri e propri scontri tra contradaioli, soprattutto se durante un Palio una contrada rivale ha danneggiato l'altra.

Complicatissimo sarebbe descrivere cosa significa essere un contradaiolo. Contradaioli si nasce o raramente si diventa. La vita del senese è totalmente incentrata sul Palio, esso viene vissuto durante tutto l'arco dell'anno e non solo nei due giorni, il 2 Luglio e il 16 Agosto, in cui viene effettivamente corso. Basti pensare che durante i giorni del Palio (durante l'assegnazione dei cavalli alle contrade, le cene propiziatorie, i cortei e le varie manifestazioni che ogni contrada promuove) mariti e mogli di contrade diverse tornano a casa dai propri genitori per essere fisicamente dentro i confini della contrada di appartenenza.

Per i turisti che ogni anno affollano Piazza del Campo non resta che godere in maniera rispettosa di questa fantastica manifestazione, espressione concreta di una città.

Io voglio lasciarvi con le parole di uno dei più importanti poeti senesi: Mario Luzi "Il Palio è il Palio. Nessuna interpretazione sociologica, storica, antropologica, potrebbe spiegarlo. Sublimazione e dannazione insieme del fato di ogni singolo senese e della sua cittadinanda. Rogo furente della senesità, in ogni caso impareggiabile conferma di essa".

Francesca Giorgia Tani, 2. Juli 2016