Tuttavia vi siete mai chiesti cosa significhi davvero "Pasqua", non mi riferisco al significato spirituale o morale del termine, peculiare per ogni credo religioso che lo festeggi, ma al significato letterale, quello etimologico.

Pasqua, in latino pascha e in greco Πάσχα, deriva dall'ebraico pesah, diventato poi nell'aramaico-giudaico pisḥā (siriaco peṣḥā). Pesah si trova per la prima volta nel libro dell'Esodo, XII 11-27, ed è messo in realzione con il verbo pāsaḥ, la cui radice, rintraccaibile anche in arabo, si ritrova nei verbi che significano "zoppicare", "saltare" oppure "passare oltre" nell'accezione di saltare qualche cosa. Questo secondo significato si ritrova anche nel nome della città di Tiphsah (Re, V 4), chiamata Θάψακος dai Greci, punto in cui le carovane attraversavano, ovvero "passavo oltre", il fiume Eufrate.

Perchè dunque una celebrazione religiosa collegata alla resurrezione di Cristo, per i Cristiani e alla fuga dall'Egitto per gli Ebrei racchiude in sè il significato di saltare oltre? La risposta si può trovare leggendo il libro biblico dell'Esodo in realzione alla decima piaga d'Egitto, nella quale il Signore, vedendo il sangue sulle porte delle case degli Ebrei "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi egiziani, compreso il figlio del Faraone. Solo dopo la decima piaga il Faraone concesse la libertà al popolo d'Isdraele. Pasqua dunque rappresenta  il passaggio dalla schiavitù alla libertà verso la terra promessa.

Con il Cristianesimo la Pasqua assume un significato nuovo, indicando il passaggio dalla morte alla vita per Cristo e il passaggio a una nuova vita, libera dal peccato per i Cristiani. Per questo motivo la Pasqua cristiana è detta di resurrezione, mentre quella ebraica di liberazione.

Buona Pasqua a tutti!

 

Francesca Giorgia Tani, 22. Marzo 2016